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venerdì 17 aprile 2015

Dal lettone con furore

E così, come gli apostoli, anche noi stasera abbiamo avuto la nostra ultima cena. Solo che era una cosa di famiglia, eravamo in tre e mezzo e non in tredici e fino ad ora siamo tutti vivi, anche se, dopo aver mangiato come se non ci fosse un domani, forse mi serviranno tre giorni per risorgere. Finalmente dopo mesi in cui aleggiava questo nome, stasera siamo finalmente andati a cena al Chiquito, ristorante messicano in cui servono popcorn per alleviare l'attesa mentre scegli piatti dai nomi improponibili su di un menù graficamente fatto bene, con delle immagini così appetitose che non importa se non sai pronunciare il nome del piatto e non conosci tutti gli ingredienti, tu sai che vuoi esattamente quello che vedi lì, stampato, fotografato così bene che ti sembra di raggiungere il sogno di una vita, il cibo che avevi sempre desiderato. Abbiamo mangiato discretamente, non posso dire che sia esattamente il posto in cui vorrò mangiare per sempre, ma siamo in Inghilterra e ci accontentiamo di tutto, pakistano, libanese o messicano che sia. Siamo partiti con dei nachos per passare poi ai tacos (che in pratica sono la stessa identica cosa per loro, cambiano solo il nome e la grafica sul menu, poi, è come se avessimo mangiato due volte la stessa cosa, preparata solo con ingredienti di accompagnamento diversi) per finire al dolce, più sazi che mai, pregando in arabo perché alzarsi da tavola ha richiesto uno sforzo sovrumano. Giuro che ho temuto per la prima volta di esplodere pubblicamente. Mi sono davvero immaginata tipo kamikaze che esplodevo spalmando cibo e viscere nel locale in nome del cibo. Ma il mio splatter alla Tarantino è rimasto un film inedito e mi sono alzata cantando stupide canzoni alla piccola Jessy che ormai ride più per compiacermi che per gioia pura, perché sa che io l'adoro quando ride con i suoi 5 denti e tira su quegli zigomi diventando la bambina più bella al mondo.
Mi mancherà un sacco la piccola di casa, passiamo insieme un sacco di tempo e mi mancherà non sentirla ridere o parlare o cantare o non vederla più correre come una matta per casa o camminare barcollando come se fosse sempre mezza sbronza. Jessy è stata una rivelazione per me, credevo fosse impossibile gestirla ed invece è stata ed è una bambina fantastica, calma, mai capricciosa, sempre sorridente, pronta ad ascoltarmi, felice per le piccole cose, persino simpatica per quanto una bimba di un anno possa esserlo. Con lei mi sono divertita un sacco, mi ha fatto ridere come nessuno prima senza motivo, solo perché rideva lei. Mi ha fatto tornare a vedere i cartoni animati e mi ha portato lei per mano in un mondo nuovo. Insieme abbiamo imparato tante cose e sono io quella che ha appreso di più. Abbiamo scoperto insieme tutti questi luoghi, nuovi per entrambe e ci siamo fatte compagnia ogni giorno, anche quando era più dura, anche quando non avevamo voglia.
Sei mesi sono volati per davvero, mi sembra ieri il mio primo giorno in questa casa, con questa famiglia che è diventata la mia, in questa stanza che ora devo lasciare ad una nuova ragazza. Mezzo anno è andato via e io mi sento sempre appena arrivata. A volte prego che i giorni volino perché non vedo l'ora di uscire di qui e vivermi una vita tutta mia, in una casa mia, con le mie regole, il mio cibo, i miei tempi, i miei orari, i miei silenzi, .. Eppure so che mi mancheranno. Persino i capricci quotidiani di Tim che ogni giorno ha un motivo per lamentarsi. Sono stata bene con loro e sono felice di sapere che una nuova ragazza sta per arrivare e si prenderà tutto questo e spero sia buona con la piccola Jeje e la tratti come merita. Spero che Tim non la faccia esaurire e spero sia pronta a divertirsi tanto con loro. Spero le piacciano le banane fritte e non abbia problemi con il piccante e spero si trovi veramente bene con questa strana bella famiglia fatta di strambe regole ed usi tutti loro.
Sono stata molto fortunata e sono felice di passare il testimone a qualcun'altra, nella speranza che sappia apprezzare tutto questo e che sia loro riconoscente.
In bocca al lupo a te che stai arrivando e che tra poco sarai qui al mio posto, sul lettone immenso che è stato mio fino ad ora, dove ho riposato che Jessy e da dove adesso ti scrivo. E se un giorno leggerai queste righe, scrivimi pure e dimmi che qui stai bene, anche se a volte è Timothy il neonato e Jessy la ragazzina..

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