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sabato 25 aprile 2015

E poi ci sono quei posti che ..

Guardare adesso quella che è stata la mia cameretta per sei mesi mezza spoglia, senza più l'orsetto degli abbracci che mi ha regalato Simona, senza la mia mega valigia sull'armadio, senza le scarpe tutte in fila sul pavimento, con qualche vestito sparso e l'ultimo bagaglio pronto, presenta un senso di malinconia ma anche di cambiamento. Questa camera mi è piaciuta subito, dalla prima volta che me la fecero vedere su Skype (anche se in realtà mi mostrarono quella accanto), dalla prima sera che ho aperto la porta e ho respirato un'aria diversa. Sarà stato il letto matrimoniale, il fatto che era una stanza tutta mia su di un piano tutto mio, sarà che era "ordinata" a modo mio, saranno state tante cose ma mi ci sono trovata bene fin da subito e resta comunque una parte della casa che mi mancherà. Perché qui mi sono rifugiata la sera quando ero esausta, qui ho visto i miei films, ho nascosto le mie provviste da au pair, ho cantato e ho ascoltato Battisti, ho fatto le telefonate più lunghe, ho raccontato i miei momenti ad una telecamera, ho vissuto intensamente. Questa stanza non è stato solo un punto d'appoggio, è stata davvero la mia stanza, l'ho sentita mia e lasciarla mi dispiace un po'. Perché era la mia parte della casa privata, mi ero affezionata. 
Eppure, da questa sera, avrò una nuova stanza, una nuova casa ed una nuova vita. Oggi mi trasferisco a Birmingham, non sarò più una simpatica abitante di West Bromwich, ma un'allegra immigrata nel cuore della City. Il mio primo weekend nella mia prima casa made in Uk. Questo è il weekend di mezzo, quello che segna il cambiamento, che ti fa assaporare una nuova realtà ma ti lascia ancora in bilico. Perché lunedì torno qui, nella mia cameretta, torno a casa dalla mia nuova famiglia e resto con loro un'altra mezza settimana. Ci saluteremo definitivamente il 30, ma sarà più che altro la chiusura di un contratto che non c'è mai stato, perché io sarò a 10 minuti da loro e continueremo a sentirci, a vederci, ad esserci. Siamo una famiglia ormai e le famiglie non si separano. 
Tra un po' lascerò che tutti i pensieri mi scivolino via, sotto l'acqua calda della doccia. Un misto di ansia e gioia e tensione. Laverò via ogni pensiero e mi preparerò ad affrontare questo mio primo weekend da semi-au pair. 
Andremo tutti in piscina. Jessy ha la sua seconda lezione di nuoto e io non posso perdermela! Poi andrò a lasciare la mia ultima valigia a casa, accenderò i riscaldamenti perché magari 17 gradi sono pochino per chi arriva dal caldo sud, andrò in aeroporto e finalmente rivedrò i miei amici. E pagherei per rivedere la mia Birmingham con i loro occhi, con gli occhi di chi arriva qui per la prima volta e si trova davanti tutta questa meraviglia, questa città in movimento, con la gente che sorride, con i palazzi che crescono e con il futuro che incombe. Adoro tutto di questa città e spero che possa piacere anche a loro. Spero che possano imparare ad apprezzarla, spero che adorino i suoi colori, odori e ritmi. Credo che la gente muoia ovunque, l'ho già detto, ma da qui tutti vanno via con qualcosa in più, forse il sorriso, la pace, la calma, la serenità che solo una città così grande e in movimento sa inspiegabilmente donarti. 
So che un giorno dovrò lasciare anche lei come oggi mi appresto a lasciare questa cameretta e tra meno di una settimana questa casa, ma andrò via con la gioia di chi qui ci ha vissuto e ha saputo apprezzarla e me la porterò dietro, perché questa città mi ha dato tanto, mi ha cambiato e mi ha sicuramente insegnato che nella vita non esistono difficoltà reali e che tutto esiste solo nella nostra mente, quando smetti di credere che esista un problema, bene, allora capirai che il problema non esiste per davvero. 

Grazie Birmingham, grazie. 

giovedì 23 aprile 2015

Il Giovedì, purè.

La stanchezza del Giovedì è inspiegabile. Perché sei lì che non hai più la forza di fare nulla, sei veramente stanco dopo una settimana che ti è pesata molto, ricca di colpi di scena e colpi da scema, ma sei anche in ansia perché arriva il weekend, perché questo è il giorno che precede il Venerdì, giorno in cui ti evolvi e passi ad un livello superiore in cui qualsiasi cosa perde il suo senso, tutto passa e scivola che tanto poi domani è Sabato. Ma oggi è Giovedì e non puoi farti passare tutto perché c'è ancora il Venerdì che aspetta ma allo stesso tempo non riesci a rilassarti e fregartene di tutto perché, cacchio, è Giovedì! So che vi siete persi a metà discorso, so che non riuscite a seguirmi, ma io l'ho detto: la stanchezza del Giovedì è inspiegabile.
Questa è stata una settimana piena per me, davvero lunga, Martedì già non ne potevo più, immaginate. Ho iniziato il trasloco nella mia nuova casa, la mia prima casa in Uk, ed ero emozionata, felice come se avessi vinto la crociera ai Caraibi insieme a Johnny Deep. Ho portato con me Abi e la piccola e gli ho mostrato casa, casa mia, a loro che mi hanno offerto per sei mesi la loro casa io ho fatto vedere la mia!! Emozione indescrivibile. E Lunedì è volato così, tra valige da riempire e svuotare, sali e scendi per sistemare le prime cose, e poi la card da rinnovare e Timothy da prendere a scuola e il dentista e la spesa e la cena! Ero stanca, ma era solo Lunedì.
Martedì solita routine con annesso nuovo viaggio per ultimare il trasloco e le disavventure immani di me che resto chiusa fuori dalla mia stessa casa. Problema con la serratura. Iniziamo bene. Mi volevo ammazzare, ero disperata, ma sono stata da McDonald's e ho vinto un cheeseburger e allora mi sono detta che era meglio farsi una bella risata e andare avanti. E sono andata avanti parecchio perché sono arrivata a Giovedì, con la stanchezza di chi si è fatta 2 viaggi per mezzo trasloco, con l'ansia di chi ha mandato curricula online sapendo che nessuno l'avrebbe chiamata ed invece ha già affrontato due colloqui, la gioia di chi si sente realizzata se ad un meeting con un'importante compagnia riesce a seguire, capire ed intervenire e non ha mai fatto un corso di inglese, però cacchio, le hanno fatto i complimenti per la lingua! Una settimana davvero piena, lunga e ancora non riesco a registrare dei video che vorrei, ancora non mi metto lo smalto, ancora non chiudo l'ultima valigia, ma soprattutto, ancora non ho realizzato che questo Sabato io andrò a vivere a casa, a casa mia! Mi trasferirò nella città che tanto amo e che tanto mi ha fatto emozionare ed inizierò una nuova vita che poco conta come sarà, per ora è quella nuova e a chi non piacciono le cose nuove? Andrò a prendere i miei amici in aeroporto, farò vedere loro la mia città, faremo la spesa, vedrò per la prima volta Birmingham con gli occhi di chi ci vive e non di chi l'apprezza da turista.
L'ho detto, il Giovedì è strano, è inspiegabile. Sono stanca ma emozionata, sono a metà settimana ma proiettata verso la fine, sono qui che aspetto che le patate arrivino a bollore per passarle e farne un buon purè, così, perché oggi mi va e perché, di giovedì, cosa c'è di meglio di un buon purè?!

venerdì 17 aprile 2015

Dal lettone con furore

E così, come gli apostoli, anche noi stasera abbiamo avuto la nostra ultima cena. Solo che era una cosa di famiglia, eravamo in tre e mezzo e non in tredici e fino ad ora siamo tutti vivi, anche se, dopo aver mangiato come se non ci fosse un domani, forse mi serviranno tre giorni per risorgere. Finalmente dopo mesi in cui aleggiava questo nome, stasera siamo finalmente andati a cena al Chiquito, ristorante messicano in cui servono popcorn per alleviare l'attesa mentre scegli piatti dai nomi improponibili su di un menù graficamente fatto bene, con delle immagini così appetitose che non importa se non sai pronunciare il nome del piatto e non conosci tutti gli ingredienti, tu sai che vuoi esattamente quello che vedi lì, stampato, fotografato così bene che ti sembra di raggiungere il sogno di una vita, il cibo che avevi sempre desiderato. Abbiamo mangiato discretamente, non posso dire che sia esattamente il posto in cui vorrò mangiare per sempre, ma siamo in Inghilterra e ci accontentiamo di tutto, pakistano, libanese o messicano che sia. Siamo partiti con dei nachos per passare poi ai tacos (che in pratica sono la stessa identica cosa per loro, cambiano solo il nome e la grafica sul menu, poi, è come se avessimo mangiato due volte la stessa cosa, preparata solo con ingredienti di accompagnamento diversi) per finire al dolce, più sazi che mai, pregando in arabo perché alzarsi da tavola ha richiesto uno sforzo sovrumano. Giuro che ho temuto per la prima volta di esplodere pubblicamente. Mi sono davvero immaginata tipo kamikaze che esplodevo spalmando cibo e viscere nel locale in nome del cibo. Ma il mio splatter alla Tarantino è rimasto un film inedito e mi sono alzata cantando stupide canzoni alla piccola Jessy che ormai ride più per compiacermi che per gioia pura, perché sa che io l'adoro quando ride con i suoi 5 denti e tira su quegli zigomi diventando la bambina più bella al mondo.
Mi mancherà un sacco la piccola di casa, passiamo insieme un sacco di tempo e mi mancherà non sentirla ridere o parlare o cantare o non vederla più correre come una matta per casa o camminare barcollando come se fosse sempre mezza sbronza. Jessy è stata una rivelazione per me, credevo fosse impossibile gestirla ed invece è stata ed è una bambina fantastica, calma, mai capricciosa, sempre sorridente, pronta ad ascoltarmi, felice per le piccole cose, persino simpatica per quanto una bimba di un anno possa esserlo. Con lei mi sono divertita un sacco, mi ha fatto ridere come nessuno prima senza motivo, solo perché rideva lei. Mi ha fatto tornare a vedere i cartoni animati e mi ha portato lei per mano in un mondo nuovo. Insieme abbiamo imparato tante cose e sono io quella che ha appreso di più. Abbiamo scoperto insieme tutti questi luoghi, nuovi per entrambe e ci siamo fatte compagnia ogni giorno, anche quando era più dura, anche quando non avevamo voglia.
Sei mesi sono volati per davvero, mi sembra ieri il mio primo giorno in questa casa, con questa famiglia che è diventata la mia, in questa stanza che ora devo lasciare ad una nuova ragazza. Mezzo anno è andato via e io mi sento sempre appena arrivata. A volte prego che i giorni volino perché non vedo l'ora di uscire di qui e vivermi una vita tutta mia, in una casa mia, con le mie regole, il mio cibo, i miei tempi, i miei orari, i miei silenzi, .. Eppure so che mi mancheranno. Persino i capricci quotidiani di Tim che ogni giorno ha un motivo per lamentarsi. Sono stata bene con loro e sono felice di sapere che una nuova ragazza sta per arrivare e si prenderà tutto questo e spero sia buona con la piccola Jeje e la tratti come merita. Spero che Tim non la faccia esaurire e spero sia pronta a divertirsi tanto con loro. Spero le piacciano le banane fritte e non abbia problemi con il piccante e spero si trovi veramente bene con questa strana bella famiglia fatta di strambe regole ed usi tutti loro.
Sono stata molto fortunata e sono felice di passare il testimone a qualcun'altra, nella speranza che sappia apprezzare tutto questo e che sia loro riconoscente.
In bocca al lupo a te che stai arrivando e che tra poco sarai qui al mio posto, sul lettone immenso che è stato mio fino ad ora, dove ho riposato che Jessy e da dove adesso ti scrivo. E se un giorno leggerai queste righe, scrivimi pure e dimmi che qui stai bene, anche se a volte è Timothy il neonato e Jessy la ragazzina..

sabato 11 aprile 2015

Let's go!

Le vacanze irlandesi giungono al termine, oggi ultimo giorno da turista, ultimo giro, ultima corsa. Domani si torna a casa. Ho un aereo da prendere alle 6.40 per tornare nella mia amata Inghilterra, per atterrare nella mia adorata Birmingham e per riprendere la vita da au pair. Questa è stata una settimana entusiasmante in cui ho preso tutta l'energia di cui necessiterò nei prossimi giorni. Mi sono ricaricata, sono pronta a tornare a casa e a chiudere il mese con grinta ed entusiasmo. 
Una dolce parentesi questa in Irlanda che mi è servita ad aggiungere pezzi al mio nuovo puzzle. Quel famoso cerchio che si apre e si chiude adesso ha degli elementi in più. 
Sono atterrata a Dublino una settimana fa, alle 9 di mattina. Ad attendermi un sole meraviglioso e una città piccolina ma molto carina in cui mi sono sentita subito a casa. Dublino mi ha preso bene, è una città in cui tornerei con piacere. Abituata ai grandi spazi che offre il Midland mi è sembrata piccola come città, ma non lo è. Mi sono innamorata di uno dei suoi parchi, il St Stephen Green, della sua calma, dei suoi animali, del suo verde. Uno di quei parchi in cui mi fermerei con piacere a leggere un libro per poi chiuderlo e abbandonarmi al nulla...
E poi è stata la volta di Cork, cittadina che mi ha atteso con le luci delle giostre ed io, bambina in vacanza, ero già felice. 
Cork è la seconda città più importante dell'Irlanda ma è poco più di un grande paese, un posto tranquillo, con i suoi pubs, i negozi, il canale, i suoi ponti e tanta gente tranquilla, che non affolla la città e non disturba i tipi solitari come me. In questa settimana se c'è una cosa che non ho mai smesso di fare (oltre a mangiare, ma insomma, do per scontato che sappiate bene che io non mangio per nutrirmi, ma per sport, per passione, per amore. Decisamente) è stata sentirmi una persona estremamente fortunata. Perché io un anno fa ero stressata da morire, con un lavoro che mi toglieva l'anima, con i conti da tenere sotto controllo, esami da dare, una tesi da preparare, bollettini da pagare ed altre cento cose che non saranno certo i problemi più grandi del mondo ma erano i miei e mi facevano sentire al limite. Ed invece oggi sono qui, mi sono trasferita all'estero, mi emoziono per un parco con gli animali, mi sento a casa in città che non sono le mie, prendo aerei senza sosta e vado a trovare gente che nemmeno conosco, faccio progetti, ho preso una casa, inizio a vivere una vita nuova, parlo bene una seconda lingua, mi godo le giornate, non ho problemi e quelli che ci sono me li faccio passare. Sono una persona più rilassata che vede le cose in maniera diversa, che cerca soluzioni e non considera problemi, che si entusiasma per ogni cambiamento, che vuole crescere e vuole dimostrare a se stessa che non è vero che al mondo riescono solo in pochi, non è vero che c'è chi può e chi non può, non deve più esistere la concezione che se non sei figlio di o non hai i soldi, le possibilità, le conoscenze, non arrivi, non riesci, non ti salvi. 
Basta crederci fino in fondo e non importa se devi arrivarci per gradi, salirai ogni gradino guardando il prossimo e ti rialzerai senza mai perdere la fiducia in te stesso e credendo sempre che dal prossimo gradino sarà tutto migliore. 
Se c'è una scala da salire io ora la vedo fatta di mezzi gradini dove non fatichi per salirci, dove c'è la moquette così puoi andarci anche scalzo. Una scala alta, devi fare molta strada, ma lungo il cammino puoi fermarti a riposare e goderti il panorama e ad ogni passo sarai sempre più in alto, sempre più vicino alla prossima scala, per avere sempre nuovi stimoli, per puntare sempre più in alto e per non sentirti mai arrivato, ma sempre lì pronto a fare di più.
Sono una persona molto positiva e in questo momento della mia vita non sto salvando vite umane, ma vi assicuro che salvare me stessa è la missione più ardua che avessero potuto affibbiarmi ed essermi liberata di certi demoni mi porta a credere che possa ancora fare molto, per me. 
Imparate a conoscervi, salvatevi, datevi degli obiettivi, rialzatevi, cercate sempre un modo per arrivare ad uno spiraglio perché da lì a poco troverete la luce. Se posso essere un esempio per qualcuno, voglio essere l'esempio perfetto per me stessa. Perché arriveranno altri momenti di buio pesto (e non potrò mangiarlo, non potrò farci saltare due trofie dentro) e allora dovrò ricordarmi di questi giorni, di questi mesi, di questo momento che non credevo mai potesse arrivare. Dovrò guardarmi indietro e ricordarmi che se sono riuscita a salvarmi una volta potrò farlo sempre. E allora avrò la consapevolezza di non potermi più perdere. 
Ho imparato che nella vita nessuno ti regala niente e credetemi, nel mio caso non è affatto una frase fatta, purtroppo anche le piccolissime cose io ho dovuto non solo sudarmele ma guadagnarle da me e come me ce ne sono tante di ragazzi e ragazze e quindi non mi sento speciale, ma unica, perché io ho trovato la mia strada dopo tanti tentativi e sacrifici e adesso voglio percorrerla con il sorriso sulle labbra, con la pace interiore e con la serenità che merito. 
Sono fiera di me stessa, sono fiera per essere così piccola da sorridere ancora per le luci delle giostre. Sono contenta della nuova me e sono pronta ora a chiudere un altro cerchio per aprirne uno nuovo. Perché dopo la parentesi irlandese c'è da chiudere anche la parentesi di West Bromwich, c'è da chiudere con il mondo delle au pair ed iniziare il mondo delle immigrate. Ed io sono pronta! 

Let's go!

mercoledì 8 aprile 2015

Il pesce palla

E finalmente per la povera au pair disperata arrivarono le vacanze.
Fu così che partimmo alla volta di Parigi, alla volta di Disneyland, allegri e felici con bambini, bagagli e parenti. Passati i miei 4 giorni da bimba felice in un parco fatto di musichette, mascotte e bimbi, tanti, tanti bimbi, ero una ragazza riposata ma esigente di una nuova pausa, vera, in cui rigenerarsi.
Sono stata bene perché ero comunque in vacanza, perché ero in un posto magico dove se non fosse stato per la mia host family non avrei mai potuto mettere piede (almeno per ora! Poi magari vinco la lotteria e prendo casa accanto a Micky Mouse) ma dopo sei mesi, essere costantemente circondata da bambini, dai loro pianti e sbalzi d'umore e dalla loro energia inesauribile anche se siete svegli dalle otto ed è l'una di notte, mi aveva stancato. Ho aspettato con ansia che persino la parentesi Disney finisse per godermi le mie meritate vacanze lontane dal mondo di mamma a domicilio che ormai mi appartiene da mesi.
E fu così che quando suonò la sveglia sabato mattina ed erano appena le cinque e mezza, io ero felice. Assaporavo già quel senso di limitata libertà che mi avrebbe reso una ragazza di 25 anni all'estero e non una povera mamma part time con figli che non sono tuoi. Non voglio esagerare, non mi permetto minimamente di dire che essere una ragazza alla pari equivalga a lavorare 10 ore in fabbrica o sia chissà cosa, non faccio i lavori frustati, nessuno mi picchia la sera e non mi impongono di fare nulla, ma posso assicurarvi che i bambini stancano e non poco e che per lavorare con loro occorre tanta, ma dico TANTA pazienza e calma e alle volte devi davvero fare dei respiri molto lunghi e molto profondi per mantenerle entrambe attive. E poi c'è da dire che per quanto tu possa essere una persona calma, tranquilla, per quanto tu possa amare i bambini o trovarti bene con la famiglia in cui sei, arriva, dopo circa sei mesi, un periodo in cui un po' sei stanca di tutto, della solita routine, dei soliti bimbi con i loro soliti capricci, moneti no, con i genitori che alle volte mettono anche loro a dura prova la tua pazienza e tutto il resto ed io sono arrivata ad un punto in cui mi sono stancata di questa situazione. Anche perché, per fortuna, mi sono trovata molto bene e dove sono mi piace un sacco, quindi più che altro dentro di me c'è la voglia, ora, di andare per la mia strada, di vedere come sono le cose lì fuori, lontano da una casa sempre calda dove non ti preoccupi di nulla e puoi spendere e spandere perché ogni settimana i tuoi soldi sono lì sul tuo conto e non hai spese da affrontare, conti da fare o rinunce obbligate. Adesso è il momento di uscire lì fuori, lasciare l'acquario e vedere se nel fiume pieno di pesci con correnti non sempre gestibili io, piccolo pesce palla, posso farcela! Così, questa mia parentesi irlandese, è stata la ricarica necessaria prima di immergermi in una nuova avventura.
Sono partita con uno zainetto sulle spalle e la mia camera, stop, niente di più niente di meno. Volo preso da Birmingham arrivata a Dublino, accolta e portata in giro in una città calda, con il sole, piena di gente (turisti per lo più) ma che non ti soffoca e non ti stressa. Positivo il mio giudizio su Dublino, anche se ci sono stata per poche ore è una città, una capitale, che mi ha lasciato un pensiero ed un giudizio positivo. Adesso sono a Cork, un piccolo paese per me, ma molto tranquillo e con una dote tutta sua: il Fota. Un parco naturale dove gli animali sono liberi di essere ciò che sono e di fare ciò che vogliono. Ne sono uscita emozionata e stregata. Ho giocato con i canguri, accarezzato i pinguini, riso con e delle scimmie, dato da mangiare ai lemuri, inseguito un pavone, fotografato zebre e giraffe ed ho persino incontrato il tapiro! Che no, non era d'oro! Un sogno. Se siete qui in Irlanda se non lo siete ma volete andarci o per tutti altri milioni di motivi avrete o avete a che fare con questa terra, signori miei, dovete obbligatoriamente venire qui al Fota! Un angolo di paradiso che ti rimette a posto l'anima. Sono stata troppo bene e porterò qui quante più persone possibili la prossima volta che tornerò perché tutti meritano una giornata al Fota! Se ami o meno gli animali qui non puoi non fare una pausa rigenerante!
E niente, ora sono qui al pc che lavoro, che monto i miei video, che scrivo sul blog, ritocco foto, gestisco progetti .. Sono una ragazza in vacanza che si gode il suo tempo e che sa che le prossime settimane, anche se la sveglia suonerà alle 7 e potrò riavere il mio tempo solo dopo 12 ore, voleranno, arriveranno ad una fine. So che Aprile finirà, uscirò dalla parentesi au pair e sarò ufficialmente un'immigrata! E spero di mantenere la mia serenità, la mia voglia di fare, il mio entusiasmo e la mia positività anche quando non avrò più tanta spensieratezza, anche quando dovrò fare attenzione a ciò che spendo e non potrò spandere, anche quando ci saranno bollette da pagare, immondizia da gettare e lavatrici da affrontare. Sono un pesce palla, acqua in bocca, polmoni pieni e navighiamo! Avanti.
Pensiero positivo sempre!