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venerdì 13 febbraio 2015

Il giorno prima

Come ci si sente prima di partire?
Be' dipende da dove stai andando e perché.
Io sto tornado a casa per una settimana scarsa, dopo tre mesi e mezzo in Inghilterra. Partita come au pair alla volta del West Midland con destinazione Birmingham, mi sono ritrovata ad essere una turista perfetta, in giro per musei, piazze, parchi e tutte le meraviglie che offre questo posto meraviglioso. Convinta i primi mesi di essere sul set di un qualche telefilm, mi sono goduta la vita dei sogni senza troppe preoccupazioni, emozionandomi agli angoli delle strade, commuovendomi se qualcuno mi sorrideva per strada o era gentile con me senza che meno avessimo mai scambiato due parole, mangiando come se non ci fosse un domani e come se non esistesse una certa qual linea da mantenere, provando di tutto, dalle banane fritte a gelati mangiati con meno due gradi a fast food e altro cibo spazzatura. Me la sono spassata così tanto che quando ho incontrato i primi italiani e ho ripreso a parlare la mia lingua in un paese dove per mesi esisteva solo l'inglese, o meglio, il brum accent che non è inglese, ma è il loro meraviglioso ed incomprensibile slang che a me piace tantissimo, mi sono resa conto che non ero in un telefilm, che non stavo sognando, ma che la ruota stava girando e girava per me. Questa era la mia nuova vita, una realtà con gli angoli arrotondati, la mia Inghilterra senza pioggia, ma con tanto freddo, con la neve e con il vento che muove le case fatte di marzapane. Ho vissuto giorni bellissimi, alcuni così pesanti che mi sono resa conto che fuori c'è un mondo che mi aspetta e non posso passare altro tempo a cambiare pannolini e giocare a forza 4. Ho avuto dei momenti in cui mi sono sentita così in alto che piangevo dentro per quello che c'è stato prima, ma felice di tutto perché se poi il premio era questo, be' io ho fatto tutto quello che andava fatto e potevo godermelo. Sono stati mesi in cui non ho pensato nemmeno un minuto a cosa c'era dietro. Mesi in cui sono stata così bene che ora ho la carica per affrontare un viaggio di 12 ore solo per rivedere amici che non avranno altri discorsi che quelli sulla crisi. Sono pronta a sentire quello lamentarsi dell'affitto troppo altro, quell'altra a lamentarsi che non può permettersi due birre, quell'altro ancora a dirmi che non si può sposare perché non ci sono soldi, e lei che non trova lavoro e lui che non trova i soldi per la benzina etc etc etc ... Sono pronta a tutto questo perché tanto poi io ritorno in vacanza qui, nel paese perfetto, dove c'è la regina che fa funzionare tutto, dove la gente vive col sorriso e senza problemi e dove posso permettermi di fare shopping tutti i giorni e andare a cena fuori con le mie amiche ogni weekend senza dover scegliere dal prezzo al cibo.. Tutto questo esiste e mi dispiace che altri ragazzi soffrano in Italia etc, ma io ho cambiato la mia vita, possono farlo anche loro. Non voglio salvare il mondo, sono stanca di provare a fare la crocerossina per tutto e tutti. Ora sono concentrata su me stessa e per nulla al mondo proverò a distogliere la mia attenzione da me. Mi sono lanciata, ho rischiato, sono partita e per nulla al mondo tornerò indietro e se tu e tu e lei e lui non avete la forza ma sapete solo lamentarvi, be' io non posso aiutarvi. Il paese perfetto esiste ed è qualsiasi posto lontano dal nostro paese.

Così mi sento il giorno prima del mio rientro a casa. Motivata e serena. Decisa solo a godermi una settimana di vita fuori dal mondo dell'au pair che sono, ma pronta a tornare indietro e vivere da protagonista il mio fantastico telefilm.

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