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venerdì 20 febbraio 2015

Ricapitolando ...

E dopo tre mesi e mezzo esatti in Inghilterra, sono scesa a casa mia per una settimana esatta ed oggi, venerdì 20 Febbraio, mi trovo ad affrontare il giorno prima della mia partenza, del mio rientro nella mia nuova casa. 
Inutile sottolineare come questa settimana sia stata intensa, a tratti stressante, ma soprattutto quanto essa sia volata! Decisamente! 
Atterrata sabato 14 a Bari, prima figura di merda al controllo passaporti, quando il carabiniere mi ha restituito il documento e io, ebete, ho risposto in inglese! Dopo mesi di solo inglese, è stata quasi dura ritrovarsi a parlare solo in italiano, a pensare in italiano e a capire l'italiano. Eppure sono via da pochissimo. Ecco, questo porta a riflettere su quanto siamo condizionabili, su come la nostra mente giochi con noi, ci renda estranei e fuori luogo anche nella nostra stessa terra. 
Durante questa settimana ho ripetuto sempre le stesse cose, mi hanno fatto sempre le stesse domande e ho dato sempre le stesse risposte. Amici di amici di amici a ripetere e chiedere sempre le stesse cose. Ovviamente è stata tipo missione testimoni di Geova. Che non si offendano i testimoni, ma insomma, sembrava che proponessi loro sempre lo stesso identico discorso pro Inghilterra al fine di convertirli alla mia nuova religione. Solo che a differenza dei testimoni di Geova erano i nuovi adepti a venire da me e io riuscivo persino ad infondere nei loro cuori la buona novella e la dolce speranza.
Alcuni dei buoni fratelli sono pronti a partire e seguirmi nella mia nuova patria, altri restano qui ma sognano ad occhi aperti, altri ancora programmano vacanze e weekend di fuga e gli ultimi sostengono sempre che l'Italia sia il miglior paese al mondo e preferiscono restare qui dove i tifosi possono distruggere città.
Senza entrare in altri campi, tornando alla bella settimana della Müller, qui me la sono proprio goduta. In vacanza nella città che mi ha dato alla luce. Chi l'avrebbe mai detto. Una Foggia che prova ad evolversi, ma inciampa, cade su se stessa e a terra resta. Ho trovato negozi chiusi e ditte fallite, cambi di marcia, nuove strade e nuove attività, ma poi tanta desolazione, disorganizzazione e gente sempre meno educata e sempre più indaffarata e concentrata su se stessa. Se prima criticavo la mia città con la sua gente con gli occhi di chi, stanco per non essere in grado di poter cambiare le cose, voleva solo andare via, adesso che sono andata via ed ho visto che fuori di qui le cose sono diverse (in positivo) per davvero, da questa città non voglio che prenderne le distanze. 
Tornerò, certo, lo farò ancora ed ancora, perché la mia famiglia resta qui, la mia mamma, la mia nonna e qualche buon amico poco amante di se stesso, ma insomma, sarà la vacanza, il viaggio di cortesia, ma questa non è più la mia città. Non è un luogo dove tornerò. Anche se resta sempre casa mia, e casa tua ti resta incollata addosso, la devi apprezzare e sentire tua anche se non ha il tetto.
Tra le prime cose che ho apprezzato, una volta a casa, il bidè. L'ho abbracciato come fosse un vecchio caro amico. E me lo sono goduto più e più volte al giorno! Poi la nonna, con la sua pasta al forno. Due piatti. E fanculo la cellulite e le maniglie dell'amore! E poi il ginseng con le amiche, le risate con mio fratello, il buon vino a cena, il sole che riscalda per davvero e non funge solo da faro nel cielo, il mare, le orecchiette, la mia piccola Peppa sul letto, mia mamma che si emoziona se parla con me ma con cui ho comunque litigato come sempre, la frittata di ricotta, i cornetti e tante altre cose che di base sono legate al cibo. Perché se c'è un paese al mondo dove puoi mangiare davvero è il nostro. L'Italia. E anche se in una settimana non ho potuto riavere tutto, ho abbastanza scorte per affrontare altri tre mesi in uk. 
Il piano è risalire domani, restare con la mia host family fino a Maggio e poi prendere casa da sola e provare a passare una fredda e grigia estate inglese, tra nuovi amici, vento e lavoro. Vorrei cercarmi un lavoro serio che non sia fare l'au pair. Vorrei iniziare ad essere la ragazza indipendente che sono per poi affrontare un nuovo radicale viaggio. 
Il cambiamento è in atto. Il mio nuovo progetto è lasciare l'Europa. E credo che questi ultimi mesi saranno così pieni di novità ed avventure che ci divertiremo proprio un mondo!
Caro blog, sarai il mio fedele diario di bordo. Resta presente, sii prudente e vediamo un po' di farli uscire ad uno ad uno questi sogni dai cassetti che se no, come dice Marina, poi va a finire che fanno la muffa!

sabato 14 febbraio 2015

'Cause I'm happy

Sabato 14 Febbraio, ore 8.41, Coach Station, Birmingham, West Midland, England.
Cosa ci faccio qui?
Sono in anticipo di un'ora circa ed aspetto il mio coach che da questa incantevole città, oggi coronata dal classico cielo grigio che la bella e fredda Inghilterra offre, mi porterà nella più nota ed amata Londra e per la precisione a Stansted, aeroporto, dove mi toccherà aspettare all'incirca due ore prima di prendere il mio primo volo con Ryanair per far rientro in Italia. Partenza prevista per stasera alle ore 20.30, ora italiana. Ve lo dico così se qualcuno è in zona si piazza al gate con il cartello "Ilaria Müller" mi porta un mazzo di palloncini, una frittata di ricotta ed un sorriso, mi canta tanti auguri e festeggiamo insieme questi miei primi 25 anni. Ebbene sì, oggi compio 25 anni. Da questo momento sono nella fase in cui tutti mi vedranno sui trenta. O meglio, i miei anni saranno nella fase che dai 25 vola ai 30 e ti consacra adulta, ma chi mi guarderà in faccia vedrà ancora quella ragazzina inversamente alta con gli occhi che sognano e la faccia da quindicenne. Adoro tantissimo il mio aspetto, perché so di sembrare molto più piccola della mia età e questa cosa mi ha sempre affascinato.
Io non sono mai stata di quelle che si fingevano più grandi, nemmeno quando ero bambina! Quindi non vedo perché dovrei iniziare ora! Sono felice degli anni che dovrei avere, felice di quelli che invece ne dimostro e felice di quelli che io mi sento. Sono una ragazza felice, ecco. E non ho paura di dirlo. Perché c'è sempre quell'ansia immatura di chi dice che se sei felice non lo devi dire perché poi tutto cambia etc etc etc
Ma andate a cagare! Io sono felice e ve lo dico pure! Anche se sono in anticipo di un'ora e sono qui seduta con la mia valigia, il mio computer e il mio zainetto di pelle nero con le borchie ad aspettare il mio coach.

Ieri sera la mia nuova famiglia mi ha come sempre fatto sentire a casa. Ero in camera mia, ho staccato prima per sistemare le mie cose, stavo mandando un messaggio a Simona quando bussano alla mia porta. Apro e li trovo lì, uno dietro l'altro, in fila, con la piccola Jeje che rideva come se io fossi la luce dei sui occhi, e ve lo dico perché lei è la mia, e ridevo anche io. Il piccolo Tim capeggiava il gruppo, composto da lui, la mamma e la piccola principessa di casa. Aveva qualcosa dietro di se e cantava "happy birthday to Ilaria" con quel suo accento inglese che tanto mi fa sognare e sentire in un telefilm. Cantano la canzone, mi porgono due buste e si decide che è il caso di aprire tutto ora, subito, senza aspettare il 14. Regali in anticipo parte 2.
Apro la classica card che qui usano per ogni ricorrenza e trovo un messaggio dolcissimo firmato dalla mia "new family". E poi apro il regalo vero e proprio. Un braccialetto del mio colore preferito con un pendente a forma di cuore e con inciso il mio nome e sul retro la mia data di nascita.
Ero commossa. Perché loro sono davvero la mia nuova famiglia e sapere che avrò con me un loro ricordo, al polso, sempre, mi rende a casa ovunque. Poi era uno di quei bracciali che ho sempre voluto mi regalassero. Mai nessuno aveva inciso qualcosa per me, a parte Gaetano, il mio primo fidanzato, quando avevo all'incirca 13 o 14 anni. La strana folle infantile idea di regalarsi le fedine. E io avevo la mia con dentro il suo soprannome - perché incidere pure il nome tipo fede nuziale, cazzo, no, non era da me! - ed è stata la mia prima ed unica incisione.
Oddio, possiamo aggiungere alla lista anche i singoli che Denny incide per me, ma insomma.. Sono altre incisioni quelle!
Insomma, ho avuto il mio secondo regalo in anticipo - il primo è stato la settimana scorsa, dalla mia piccola ma già tanto amata amica Simo - ed ero felicissima. Senza contare che per San Valentino entrambi i bimbi mi hanno regalato qualcosa, perché siamo famiglia e perché ci amiamo.
Bagagli chiusi dopo due ore con pesi che non coincidono con quelli richiesti dalla compagnia e con dimensioni idem, ma chi se ne frega! La mia bella host mum ha detto che finché sono con lei e viviamo nella stessa casa io sarò sempre fortunata ed andrà tutto bene, perché esiste un dio ed il suo dio è anche il mio e mi protegge e lei pregherà per me e quindi, ha detto, ci vuole pensiero positivo, mai negativo, perché dio esiste e mi aiuterà.
E quindi con le sue preghiere ed il suo dio, ora sono la protetta del giorno e aspetto il mio coach in silenzio mentre scrivo e accanto a me c'è una bimba araba credo che canticchia una canzone senza senso e mi dice che scrivo veloce, ma che il mio pc non sarà mai bello come la sua lavagnetta di Frozen, anche se è grigio e sembra di ghiaccio.
I bambini sono la gioia della vita. Meritano di sognare e poter dire quello che vogliono e credere quello che vogliono. E mentre lo scrivo penso ad una scena di un film che mi è tanto piaciuto: Saving mr Banks. C'è una scena bellissima dove lui, il perfetto Collin Farrel, è un padre di famiglia non proprio perfetto e tornando a casa vede la sua bimba seduta sulle scale in silenzio. C'è la mamma che la invita ad entrare dentro e sistemare la casa, ma la piccola risponde che non può, perché lei è una gallina e sta covando le uova. La madre insiste e urla e il papà interviene dicendo alla moglie che non deve insistere perché lei forse non lo vede che sua figlia è una gallina e che sta covando! Ed invita la piccola a continuare a covare le sue uova ...
Ecco, per molti sarò matta, ma è stata una delle scene più belle che abbia mai visto in un film. Perché ognuno deve essere libero di sognare e non c'è limite ai sogni. Possiamo essere quello che vogliamo, anche una gallina che cova le uova.
E io oggi sono un'allegra bambina che viaggia, che si sente felice e serena e che anche se non fa i salti di gioia per il suo rientro a casa, sa che troverà utile ed interessante questa settimana, tra vecchi amici, amiche, parenti, pasta al forno, cavatelli e fagioli, abbracci, pianti e tante cose belle che magari vi dirò poi..


In attesa del mio coach, auguro un felice Saint Valentine Day a tutti voi, perché ognuno di voi ama e siamo tutti innamorati di qualcosa o di qualcuno.
Amore per tutti...


Vostra felice Lari

venerdì 13 febbraio 2015

Il giorno prima

Come ci si sente prima di partire?
Be' dipende da dove stai andando e perché.
Io sto tornado a casa per una settimana scarsa, dopo tre mesi e mezzo in Inghilterra. Partita come au pair alla volta del West Midland con destinazione Birmingham, mi sono ritrovata ad essere una turista perfetta, in giro per musei, piazze, parchi e tutte le meraviglie che offre questo posto meraviglioso. Convinta i primi mesi di essere sul set di un qualche telefilm, mi sono goduta la vita dei sogni senza troppe preoccupazioni, emozionandomi agli angoli delle strade, commuovendomi se qualcuno mi sorrideva per strada o era gentile con me senza che meno avessimo mai scambiato due parole, mangiando come se non ci fosse un domani e come se non esistesse una certa qual linea da mantenere, provando di tutto, dalle banane fritte a gelati mangiati con meno due gradi a fast food e altro cibo spazzatura. Me la sono spassata così tanto che quando ho incontrato i primi italiani e ho ripreso a parlare la mia lingua in un paese dove per mesi esisteva solo l'inglese, o meglio, il brum accent che non è inglese, ma è il loro meraviglioso ed incomprensibile slang che a me piace tantissimo, mi sono resa conto che non ero in un telefilm, che non stavo sognando, ma che la ruota stava girando e girava per me. Questa era la mia nuova vita, una realtà con gli angoli arrotondati, la mia Inghilterra senza pioggia, ma con tanto freddo, con la neve e con il vento che muove le case fatte di marzapane. Ho vissuto giorni bellissimi, alcuni così pesanti che mi sono resa conto che fuori c'è un mondo che mi aspetta e non posso passare altro tempo a cambiare pannolini e giocare a forza 4. Ho avuto dei momenti in cui mi sono sentita così in alto che piangevo dentro per quello che c'è stato prima, ma felice di tutto perché se poi il premio era questo, be' io ho fatto tutto quello che andava fatto e potevo godermelo. Sono stati mesi in cui non ho pensato nemmeno un minuto a cosa c'era dietro. Mesi in cui sono stata così bene che ora ho la carica per affrontare un viaggio di 12 ore solo per rivedere amici che non avranno altri discorsi che quelli sulla crisi. Sono pronta a sentire quello lamentarsi dell'affitto troppo altro, quell'altra a lamentarsi che non può permettersi due birre, quell'altro ancora a dirmi che non si può sposare perché non ci sono soldi, e lei che non trova lavoro e lui che non trova i soldi per la benzina etc etc etc ... Sono pronta a tutto questo perché tanto poi io ritorno in vacanza qui, nel paese perfetto, dove c'è la regina che fa funzionare tutto, dove la gente vive col sorriso e senza problemi e dove posso permettermi di fare shopping tutti i giorni e andare a cena fuori con le mie amiche ogni weekend senza dover scegliere dal prezzo al cibo.. Tutto questo esiste e mi dispiace che altri ragazzi soffrano in Italia etc, ma io ho cambiato la mia vita, possono farlo anche loro. Non voglio salvare il mondo, sono stanca di provare a fare la crocerossina per tutto e tutti. Ora sono concentrata su me stessa e per nulla al mondo proverò a distogliere la mia attenzione da me. Mi sono lanciata, ho rischiato, sono partita e per nulla al mondo tornerò indietro e se tu e tu e lei e lui non avete la forza ma sapete solo lamentarvi, be' io non posso aiutarvi. Il paese perfetto esiste ed è qualsiasi posto lontano dal nostro paese.

Così mi sento il giorno prima del mio rientro a casa. Motivata e serena. Decisa solo a godermi una settimana di vita fuori dal mondo dell'au pair che sono, ma pronta a tornare indietro e vivere da protagonista il mio fantastico telefilm.

giovedì 12 febbraio 2015

Altro che gioia del rientro ...

Ed eccolo il giovedì che ormai si inizia ad attenderlo più del venerdì perché è il giorno che ti prepara all'ultimo sforzo, all'ultima sveglia, ultimo giorno di lavoro, ultimo giorno di giochi e orari e compiti da svolgere. Questo giovedì è molto particolare perché dopo tre mesi mi ritrovo a pensare a cosa ho lasciato, a cosa mi stia aspettando, a cosa potrebbe essermi mancato in tutti questi giorni.
Sabato si rientra a casa. Dovrei essere felice eppure la cosa mi lascia del tutto indifferente. Sono felice di staccare per una settimana, di non dover cambiare pannolini o avere sveglie o dover giocare come se avessi 7 anni anche io o uno, ma insomma, per il resto, se devo dire "non vedo l'ora di tornare a casa" be', non posso proprio dirlo. La mia città non mi è mancata affatto, anzi, sono stata ben felice di starle lontano, di stare lontano da una città che non mi ha fatto crescere e da tutti gli abitanti che non hanno fatto crescere lei. Felice di essere stata lontana dal caos in un posto dove regna la calma, la fiducia, il rispetto, le regole e tutte le altre cento cose che qui funzionano e ci sono e nel mio paese non esiste nemmeno l'idea e qui parlo in generale, non solo di Foggia City.
La mia famiglia la sento tutti i giorni e le persone più care non hanno smesso nemmeno un giorno di cercarmi, quindi tutto il resto, tutti quelli che quando ero a casa erano amici e poi sono spariti come gocce nell'oceano non mi sono mancati affatto e quindi figuratevi se possa rallegrarmi l'idea di rivedere certe facce da culo! Se penso poi a quanto ho speso per tornare e a quante ore di viaggio e spostamenti devo fare, la voglia di tornare, anche se è solo per pochi giorni, cala tantissimo.
Eppure mi tocca. Mi tocca avere una sveglia anche questo sabato, mi tocca uscire di casa prima delle otto - che qui vale a dire prima che il sole tramonti - mi tocca fare spostamenti che durano ore, mi tocca un tram, mi tocca camminare e poi un coach e poi l'attesa e poi aereo e poi macchina. Mi aspettano ben dodici ore di lungo viaggio. E tutto questo sabato. Sabato 14 Febbraio. Tutto questo il giorno del mio compleanno! Il giorno del mio venticinquesimo compleanno! Arriverò così stanca e stremata che vorrò solo tornare a casa, a dormire e dirmi che è sicuramente l'ultima volta che affronto questo viaggio della speranza! E vi assicuro che non tornerò più in Italia per così pochi giorni e la prossima volta cercherò l'offerta da Birmingham e non da Londra che mi costa quasi cinque ore di viaggio!
Ma basta lamentarsi, chiudiamo qui, salutiamoci e che abbia inizio questo giovedì!!


Take care!

sabato 7 febbraio 2015

Caro diario, ..

Sabato mattina e a me sembra sempre sia domenica. Sono passati tre mesi, dovrei essermi abituata alla settimana breve, eppure ogni sabato mattina mi sveglio convinta che sia domenica. E invece no, oggi è sabato. SA BA TO. Colazione appena fatta con il mio bel latte si soya con il miele e il mio dolcissimo e troppo pieno di cioccolato muffin senza glutine. Giusto per chiarire che puoi condurre una vita da cicciona anche senza mangiare glutine e lattosio. Che qui la gente nel 2015 si chiede ancora "ma come fai tu senza mangiare glutine? Senza lattosio poi? Nemmeno mangi tanta carne.." Guai a fargli capire che ti ami, che stai bene, sei sano e mangi e vivi comunque. Non ci arrivano. Vero è che parlarne in Italia è diverso, per assurdo siamo il paese del cibo eppure qui io trovo molti più prodotti per me rispetto al mio paese e oltretutto non li pago un occhio della testa - o della faccia, come dice mia nonna; la stessa nonna rock che mi invita a fumare sul balcone, che tanto, a nonna, è bello - anzi li pago se non il giusto, una miseria! Formati di pasta di ogni sorta e tipo nei supermercati, non sono costretta ad ordinare nulla online, qui c'è tutto. Dalle lasagne agli spaghetti alle conchiglie passando per porridge, muffin, piadine, sughi pronti e tante altre mille cento e più cose. Mangio meglio e di più qui senza glutine che a casa mia. Anche perché ho davvero più scelta. Non devo accontentarmi dei soliti 4 o 5 prodotti, qui ci sono tanti brand e tutto è buono. Alle volte infatti, anche nei ristoranti, mi chiedo se davvero siano senza glutine, perché al palato sono davvero buoni!! E a proposito del mangiare fuori casa, in Italia dovevo cercarlo con l'app per celiaci il ristorante o la pizzeria dove poter mangiare senza glutine e dovevo prenotare prima, e sottolineare bene senza glutine e senza lattosio. Qui non mi pongo alcun problema. Qualsiasi ristorante e qualsiasi pizzeria ha i suoi prodotti senza glutine, non glieli devi prenotare e non hai bisogno di avvisarli 7 ore prima! E parlo anche di catene come Pizza Hut! Roba tutta inglese per intenderci, non il ristorantino o la pizzeria italiana! Qui ci tengono che tutti possano andare ovunque. Credo di avervi detto già troppe volte quanto rispetto e riguardo ci sia per ogni tipo di cultura. Qui persino se sei musulmano hai i tuoi ottantamila ristoranti, non devi cercare online mesi prima!
Fantastico.
Io amo questo posto! E ogni giorno, anche quando sono stanca, anche quando vorrei uscire e poi vedo che ci sono meno due gradi e il sole alle 5 non c'è più, anche quando penso che qui l'estate dura una settimana e sfiorano i 21 gradi, anche quando penso alle case con la moquette e al dover vivere senza bidè, io sono sempre più convinta che qui vorrei restarci o per lo meno, viverci un pochino prima di andare altrove, perché ora la sto vivendo troppo da turista, senza bollette, senza spese, etc, vorrei viverla qui da immigrata per capire bene se è il posto fantastico che vedo io o se mi sono montata il mio bel corto e poi la vita è dura anche qui. Ma insomma, con i negozi che cercano personale, con il governo che ti rimborsa le tasse e con tutte le altre cento cose positive che ho visto fino ad ora, trovo difficile pensare che qui si faccia fatica a vivere bene!
Per lo meno, anche solo trascorrere qui l'estate prendendo casa, mi servirà a capire se un domani avrò un posto dove tornare .. Perché è chiaro - scusate se lo ripeto fino alla nausea, ma è il mio diario e posso ripeterlo anche ogni 3 righe - che ovunque io vada penserò sempre al famoso "ma io qui ci vivrei?" perché non ho il mio posto nel mondo, sono una senza tetto ora, una senza casa e paese, perché io so che in Italia, salvo la pasta al forno di nonna o l'abbraccio di mamma o rivedere il mio unico amore - mio fratello, la mia luce - io non ci voglio mettere più piede. Per me resta il bel paese dove ho i miei affetti e dove potrei passare le vacanze, ma se penso ad una Ilaria felice non la vedo certo lì, nel mio futuro mi immagino ovunque, meno che in Italia.

Ebbene, è tempo di farsi una doccia, riordinare i pensieri, prendere in mano questo weekend e uscire!

venerdì 6 febbraio 2015

Nuovo Post

È venerdì sera e sono in camera mia.
Avrei voluto fare cento cose stasera ed invece mi sono limitata ad ingozzarmi di cibo, ad oziare, meditare, mettere lo smalto - tre volte perché non ero soddisfatta e ancora non so se mi aspetta la quarta passata - e scegliere un film che però ancora non vedo.
Tra una settimana sarò a casa, rientro in Italia per scarsi sei giorni e dovrei essere contenta, invece temo questo rientro. A parte che lo chiamerei il viaggio della speranza, perché uscirò di casa per le otto di mattina ed arriverò in Italia dodici ore e mezza dopo. Se avessi prenotato un volo Londra/NY sarei arrivata prima. Ed invece passerò il giorno del mio venticinquesimo compleanno in viaggio. West Bromwich - Birmingham - Londra - Stansted - Bari - Foggia
Ditemi voi se potrei mai essere felice di far rientro a casa. Pensare poi che lascio questo paese così perfetto, civile, calmo, educato, silenzioso, per far rientro nella città che è tutto l'opposto di certo non mi riempie di gioia. L'unica nota positiva, da italiana, da meridionale e da mangiona come sono, è il cibo. Pensare che domenica 15 mia nonna mi aspetta a pranzo, mi mette fame. La mia bella nonna che si chiede se sono normale visto che non fumo. La mia nonna rock che mi invita a fumare la sigaretta sul balcone "perché dicono che non fa bene, ma fidati che è bello". Mia nonna che è stata la mia coinquilina per 7 mesi, la mia amica e compagna di merende. La mia nonna golosa, mangiona e grassa che non parla inglese ma guarda Mtv e parla su Skype in dialetto con la mia piccola Jessy ed è convinta che la bambina mi adori perché mi vede bianca. Ma quanto è figa mia nonna che dice che nella vita faccio bene io che non mi voglio sposare che tanto al giorno d'oggi "meglio avere l'amico, a nonna, che tu esci, state bene e poi torni a casa tua"?! Mia nonna è la stessa persona che tre mesi fa diceva che facevo bene ad andare via e che adesso si commuove in videochiamata e mi dice che le manco. La stessa persona che mi ha detto "ti faccio la pasta al forno, ma tu vai a comprare i dolci da Moffa?". Ecco, mia nonna non mi è mancata affatto in questi mesi, come non mi è mancata mia mamma e tutti gli altri, ma sapere che la rivedrò mi fa sentire bene. Mi fa stare bene l'idea che tra una settimana torno quasi alla vecchia vita, ma sarà solo una settimana, poi sarò salva ancora, sarò qui, sarò serena e tornerò alla mia nuova vita che mi piace un sacco.
Qui c'era tutto un pezzo che ho scritto e cancellato tre volte e che adesso ho deciso definitivamente di cancellare e troncare questo discorso e iniziare a vedere il mio film, così domani magari mi sveglio di buon umore, registro un bel video reso mensile per il canale ed esco a prendere la mia boccata d'aria del weekend. Che qui le settimane volano, ma il weekend passa in un soffio!

Take care guys!

lunedì 2 febbraio 2015

I miei primi tre mesi in Uk

E così sono volati già tre mesi. Alle volte se ci penso mi sembra di essere qui da una vita, di essere arrivata almeno un anno fa. Ed invece sono solo tre mesi. Eppure tre mesi sono proprio tanti. Sono quelli giusti per familiarizzare con la lingua, per essere a casa in una casa nuova, per essere in famiglia con persone estranee, per avere i tuoi giri, i tuoi amici, i tuoi luoghi .. Tre mesi sono perfetti per iniziare una nuova vita e per capire se quella che ti stai costruendo fa al caso tuo. A me questa vita piace, questi tre mesi sono stati importantissimi per me, sono stati un premio ma anche un riscatto. Perché prima di partire i dubbi degli altri mi avevano quasi influenzato o meglio, mi avevano lasciato spunti di riflessione, qualche dubbio, ma niente di più, io ero decisa, pronta, sicura che fosse la cosa giusta per me. E per fortuna che come sempre ho puntato su me stessa ed ora ne esco a testa alta.

Ti sei appena laureata, hai un lavoro, potresti prendere la specialistica o magari puoi provare ad iniziare a cercare qualcosa nel tuo campo o forse puoi stare per un periodo tranquilla, resti qui, mantieni il tuo lavoro e poi vedi un po' cosa vuoi fare. Alla fine cosa ci vai a fare in Inghilterra? Perdi tempo! Non è che andrai a lavorare seriamente, poi se ti trovi male? Ma perché non resti un altro po' qui, alla fine stai facendo tutto di fretta, pensaci, rifletti.

Se avessi ascoltato tutte queste voci, oggi non sarei felice. Se avessi dato retta al professore che credeva in me e mi consigliava la specialistica, alle amiche che volevano un futuro nel campo della grafica, al finto amico di turno che ti consiglia di continuare la vita di merda che fai solo perché invidia che tu stia provando a cambiare la tua etc etc oggi non potrei dire che la mia scelta di partire all'improvviso 5 giorni dopo la laurea mi ha cambiato. Io sono cambiata, io non sopravvivo, io non sono più quell'Ilaria che deve aspettare il momento giusto, che programma, che sogna, che vuole fare ma non può. Io oggi non ho più pesi sulle spalle, mi sveglio la mattina e mi sento in vacanza, ma mi sento anche a casa, al sicuro, in un paese che mi piace tanto e che mi emoziona ogni giorno.
Qui sembra di vivere in un film, puoi uscire di giorno e di notte e sei sempre tranquilla, le ragazze non temono di girare con le amiche alle 4 del mattino, non hai paura che ti scippino la borsa, non hai il terrore di lasciare il tuo numero a qualcuno, se ti sorridono per strada o ti salutano senza che ti conoscano non pensi siano matti, ma solo felici, sereni. Qui ho imparato che non è vera la storia che devi temere tutto e tutti, che non esistono i pregiudizi, che non esiste la discriminazione, che esiste il rispetto, le regole e la calma. Qui se vuoi andare all'università il governo ti permette di frequentare gratis, ti considera un prestito di 9000 sterline e puoi frequentare corsi nelle università più prestigiose e dovrai restituire i soldi solo e se troverai un lavoro perché se dopo la laurea non trovi lavoro qui il governo si sente responsabile del tuo fallimento. Se per motivi religiosi non puoi dare esami o frequentare le lezioni qui sei giustificato. Se durante il tuo turno di lavoro devi pregare nessuno te lo nega. In questo paese se ti ubriachi non entri nei locali perché non puoi diventare motivo di disagio o di disturbo per altri e non puoi nemmeno bere alcolici in mezzo alla strada, perché non puoi essere un cattivo esempio. Questo paese è fatto di parchi, di prati, di verde, di case basse per poter sempre vedere il cielo, di porte delle case in legno che nemmeno chiudi a chiave, di assicurazioni per le auto che costano una miseria, di posti di lavoro, di idee, progetti e meritocrazia. Questo è il paese che non mi aspettavo di trovare e che invece mi ha conquistato e mi ha dato un motivo per restare o senza dubbio per tornare. Perché se una cosa in questi tre mesi l'ho capita bene è che io in Italia non metterò più piede. Non è il mio paese, non è il paese che fa per me, dove voglio vivere e crescere. L'Italia è il bel paese per trascorrere le vacanze, per fermarsi a mangiare bene, ma non saprei cosa farmene di un paese che per 24 anni ho solo tentato di abbandonare ...