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sabato 17 gennaio 2015

Family

Sabato mattina, sembrava una giornata serena, il sole che faceva capolino alle 8.32, la calma, il silenzio.. Scendo a fare colazione, non trovo nessuno in giro per casa. Sono paradisiacamente contenta, adoro la calma, la tranquillità, specie quando sono off non vorrei nessuno attorno, vorrei godermi la mia pace. Apro il frigo, il mio latte di soya light mi sorride, ci diamo il buongiorno, ci inchiniamo al signor microonde e lui entra a farsi caldo per ben due minuti mentre io tosto le mie due fette di pane e tiro fuori dal frigo il burro e dalla dispensa la mia Nutella, amica dei weekend che non si sa come mai tutti schifano in questa casa ma oggi il barattolo l'ho trovato semivuoto. E devo essere sincera, mi ha fatto pensare che per come sono poco igienici magari la MIA Nutella l'hanno mangiata dal barattolo stesso, poveri miserabili, magari anche con le mani. Ma ho chiuso un occhio, anzi entrambi, ho sbadigliato ed ho iniziato a preparare la mia colazione. Il latte era pronto, ci verso tre cucchiaini di polvere di "cioccolata" calda e inizio a miscelare con il cucchiaino, quando sento dei rumori alle mie spalle che mi avvertono "la pace è finita". Credevo, anzi speravo, fosse il piccolo Timothy, così gli avrei detto "morning" e finiva lì, lui ad idolatrarmi con gli occhi e io a fare colazione. E invece era la principessa di casa con la sua regina. Mamma e figlia arrivano in cucina, la mia piccola Calimera in pigiama è la bimba più sexy del pianeta e ti viene da ridere come un ebete solo nel vederla spalancare gli occhi, sorridere mostrandoti i suoi due miseri piccoli bianchi dentini e sentirle dire parole e termini indefiniti tipo "da-da-mo-mu". Era il suo buongiorno, poteva andare bene, ma poi stende le sue mani ed eccola finire tra le mie braccia. Ho la schiena spezzata. Vuole sempre e solo stare in braccio a me ed ormai inizia a pesare, tanto, troppo per me. Ma potevo non regalarle un abbraccio? Potevo non beccarmi un morso e una leccata di guancia?
Finiamo a preparare ognuno le sue colazioni e si sveglia anche Tim così adesso ci siamo proprio tutti e addio calma e pace. Ma siamo una famiglia ormai e anche quando vuoi i tuoi momenti e la tua pace, sai apprezzare la loro presenza, fatta anche di urla e pianti e Peppa pig. Finiamo insieme io e la mia piccola sorellina Jeje, io saluto e sto per salire in camera mia quando mi ricordo di aver dimenticato sul divano, da ieri, il disegno del mio piccolo ometto. 
A scuola ha disegnato su di un foglio la sua faccia, enorme, marrone, perché lui è brown ricordatelo sempre e non black (e qui entra come sempre la mia storia londinese. Era sera, blackout a Londra, va via la luce a casa, io sono nel corridoio a metà tra il bagno e la mia cameretta, si apre la porta e sento la sua voce. Ringrazio il cielo che avesse gli occhi aperti, due fari bianchi tra le tenebre, perché per la paura quando ha chiuso gli occhi io non lo vedevo più e ridendo e scherzando gli ho detto di tenere gli occhi aperti perché tanto la luce tornava presto, non avevo il coraggio di dirgli che se chiudeva gli occhi non lo vedevo mica!), con su scritto il suo nome, ma basta voltare il foglio e dietro c'è la sua dedica per tutta la sua famiglia: my mum, my daddy, my babysitter and my baby sister. Commossa. Io sono entrata nel suo cuore e per lui sono casa, sono famiglia anche io. Da bambino com'è ha fatto un disegno di tutti noi. Il padre rilegato in un angolo - giustamente, non c'è mai - la mamma, io al centro alta e fluttuante come angelo divino e la piccola sorellina con tanto di treccine. Io ieri mi sono sentita così fortunata e così in famiglia. 'Sti bambini ci sanno proprio fare. Sanno come farti commuovere e come comunicare. Mi sono commossa, i disegni di un bimbo sono specchio dei suoi pensieri  e sapere che per lui io faccio parte della famiglia, be' mi da conferma che ormai io qui sono a casa.

Sarà proprio dura andare via ...

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