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venerdì 26 dicembre 2014

Thank's God

Questa è la prima volta che non so davvero da dove cominciare, non so da dove partire e se davvero c'è un inizio. Il mio problema, fin dal liceo o forse dalle medie, sono sempre stati i finali. Ho avuto un pessimo rapporto con i finali, non sapevo mai come chiudere e scrivevo scrivevo .. ma oggi il mio problema sono gli inizi: cosa vi dico? Da dove parto?
Facciamo che è Natale, anzi, è stato Natale. Questo mio primo Natale all'estero, senza famiglia, in un'altra città, in un altro paese, un natale magico, spettacolare, che sa di festa per davvero, che sa di meraviglia e che mi ha fatto sentire così a casa, così fortunata, che non so se davvero ci sia Qualcuno da dover ringraziare per tutto questo. Forse me lo sono proprio meritato, forse sono solo stata fortunata, forse un domani pagherò un conto troppo salato per tutto questo, ma oggi è festa, sono iniziate le vacanze, adesso è tempo per le holiday.
Siamo arrivati nella City ieri sera, appena il tempo di capire che ero a Londra ed ero in vacanza anche io. Cacchio. Sono in vacanza! Non potete capire il senso del natale se non siete free come lo sono io ora. Io che non ho mai amato il natale, troppo rosso, troppo perbenismo, finti sorrisi, finti parenti e finti regali! E poi, da tre anni a questa parte, per me il natale era un giorno come gli altri, sempre chiusa in multisala a lavorare, il 24 come il 25 e come "tutti i giorni dell'anno" come recitava la segreteria di accoglienza. Ma ora sono qui, dove la gente va in giro con cappelli a forma di tacchino, dove se non indossi il christmas jumper ti senti fuori luogo, sono qui dove ogni casa ha trecento luci accese, dove la gente è serena e calma con la sua cioccolata calda in mano, dove i bimbi aspettano Santa e dove Santa arriva per davvero, in ogni angolo della strada, con luci, regali e tanti sorrisi.
Appena messo piede nella nuova casa - siamo ospiti del fratello di Abi, la mia host mom - ho apprezzato che ci fossero le scale, perché ho temuto di finire in un buco di casa con troppe persone, invece sapere che c'erano due piani mi ha dato speranza. Certo, non è enorme come la nostra reggia a West Brom, ma era perfetta. Vedere che in cucina questi hanno il tavolo e lo usano pure mi ha quasi fatto scendere la lacrimuccia. Notare che la moquette non regna sovrana e che hanno un giardino enorme con tanto di albero con l'altalena, mi ha fatto quasi invidiare la loro au pair, che ora è in Spagna a casa sua con la famiglia per queste vacanze di Natale. Cena nigeriana con spicy rice, che ormai per me non è più tanto spicy, la schweppes ginger ale e poi subito a letto che ero stanca morta e i bambini erano diventati 4 e facevano troppa confusione per me. Saliamo al piano di sopra e sono euforica nel sapere che io avrò la camera della loro au pair, privacy al primo posto. Felice di avere il mio spazio e la mia camera entro in quella che credevo fosse la ciliegina sulla torta e invece è nato così il mio nuovo proverbio: l'erba del vicino a volte è più verde della tua solo perché ritoccata a photoshop. Se togli via quel timbro clone - battuta per grafici- ti renderai conto che la tua erba alle volte è proprio la migliore sul mercato - battuta per tossici, forse - e la mia lo era.
Non importa se abbiamo il tavolo in cucina ma lo usano per altro e mangiamo a terra come i cani. Non fa nulla se abbiamo la moquette che nessuno pulisce e che pullula di germi e batteri che se girano da noi il prossimo spot dell'Amuchina ci mandano i nas. Poco conta se non abbiamo la lavastoviglie e il nostro giardino non ha l'albero con l'altalena e nemmeno mi importa se a casa i vestiti li asciugano appesi alle porte, io lì vivo in una cacchio di reggia a tre piani, con i riscaldamenti sempre a palla che mi fanno sudare anche se vivo a mezze maniche e poi, signori miei, io, a casa mia, qui in Uk, ho una camera enorme con tanto di letto matrimoniale! Questa povera crista spagnola vivrà pure a Londra in una famiglia più "normale" della mia, ma ha una camera che è un tugurio. Fredda, con un misero letto che io ci entro solo perché sono nana, a stento ha lo spazio per muoversi perché di fronte al letto c'è un mobile con i cassetti, non ha spazio! Non riesco nemmeno a farvi una foto perché la stanza è così piccola che se stendo le mani per tenere il cellulare in mano non ci entro più. Lì ho capito che cacchio, la mia famiglia è la migliore che un'au pair viziata possa desiderare, con la sua casa e la mia stanza enorme. Eccetto questo dettaglio, ho preso sonno al volo sotto al mega piumone che ringrazio Iddio ci sia perché la stanza è fredda e il mio termosifone doesn't working!
Salto tutti i dettagli perché potrei scrivere per ore, ma i post troppo lunghi con me corrono il rischio di diventare capitoli, quindi concludiamo al volo dicendo che stamattina mi sveglio senza sveglia e scendo in cucina. Magia. Sono sempre nel mio telefilm preferito. Stanno tutti aspettando il momento colazione di natale. C'era un odore buonissimo e anche se volevo ginseng e cornetto, ho amato la mia prima English breakfast come una bambina che scarta la sua bambola del cuore la notte di natale. Mi aspettava una tavola imbandita degna del miglior hotel cinque stelle: salsicce, bacon, fagioli, toast, fish, burro, tea, succhi,... Ancora mi commuovo se ci penso.
Dopo l'abbondate colazione, doccia time e poi si va tutti a casa della sorella. Lì ci aspettano i regali, altro infinito ed ottimo cibo, musica, risate, giochi.. Il natale più bello di questi ultimi anni. Sono stanca morta ma dovevo dirvi che sono stata molto fortunata e come "va di moda" da queste parti, la mia frase conclusiva è senza dubbio una sola: thank's God. E non importa se il mio è un dio nero e nigeriano, finchè mi regala tutto questo, grazie.


Non lamentatevi del finale, non fanno per me, avrei potuto scrivere per ore.


Buon Natale, anche se non sarà mai figo quanto il mio.

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